PASTORALE
coreografia: Michele Merola
musica: Ludwig van Beethoven, Sinfonia n. 6 Pastorale - eseguita dal vivo dal duo
pianistico Giancarlo e Stefano Guarino
luci: Gessica Germini
scenografie: Alice De Lorenzi
costumi: Carlotta Montanari e Nuvia Valestri
assistente alla coreografia: Paolo Lauri
interpreti: MM Contemporary Dance Company (9 danzatori)
durata: 47 minuti
prima nazionale: 21 ottobre 2020 - Teatro Sociale di Trento
Produzione MM Contemporary Dance Company
Con il sostegno di Centro Servizi Culturali S. Chiara - Trento / Circuito Danza del
Trentino Alto Adige/Südtirol
In occasione del 250° anniversario della nascita di Beethoven, Michele Merola ha creato per la MMCDC una nuova coreografia sulla sinfonia Pastorale, che ha debuttato in prima nazionale il 21 ottobre 2020 al Teatro Sociale di Trento, accompagnata dal vivo nella versione per due pianoforti suonati dal Duo pianistico Giancarlo e Stefano Guarino.
Partendo da questa partitura musicale romantica, la coreografia trae ispirazione dalla natura a cui viene reso omaggio, analizzando il rapporto ancestrale tra questa e l’uomo. L’ambientazione, grazie al linguaggio coreografico, alle scenografie, ai costumi e alle luci, è rinnovata e contemporanea.
”La coreografia nasce in simbiosi con lo spazio scenico ideato da Alice De Lorenzi. Una grande rete color terra, plasmabile e polimorfa, domina il palcoscenico e da essa spuntano, come viscere, sacche sospese. Citazione voluta al noto artista brasiliano Ernesto Neto, le cui sculture-istallazioni sono una riproposizione visibile e sensibile della madre terra, la scenografia di De Lorenzi ‘respira’ insieme alla danza e alle creature che Merola porta in scena, contemporanee ed arcaiche allo stesso tempo. La circolarità della Sinfonia No.6 (op. 68) di Beethoven si riverbera nella coreografia astratta ed emotiva di Merola, perennemente a confronto con i cinque movimenti della sinfonia. Dall’acquietarsi dell’uomo all’arrivo in campagna, all’ambientarsi, al suo immedesimarsi con essa fino all’esplosione di una festa campagnola dove il ritmo si fa incalzante, al disorientamento della tempesta fino al ritorno della quiete, in vista di una nuova rinascita. Un ciclo che riporta l’uomo alla consapevolezza. Del resto, annotava Beethoven nell’introduzione alla sinfonia, è “per le rocce, gli alberi e i boschi che passano le risonanze di cui l’uomo ha bisogno”.
In questo contesto, i danzatori diventano attori, spettatori e mediatori di una nuova conoscenza e coscienza ecologica della Terra, di un nuovo senso dell’identità e memoria della stessa. I nove danzatori divengono così proiezione dell’uomo contemporaneo, della sua motivata e rinnovata capacità di cogliere il senso e il valore dei paesaggi, geografici e umani, la cui tutela è un obiettivo ormai imprescindibile.